Dopo l’ordine di sgombero immediato dai locali di viale Stazione 60 di proprietà della Provincia di Padova, il Comune di Montegrotto Terme sta interloquendo con privati per una soluzione nelle immediate vicinanze. «Abbiamo – spiega il sindaco Riccardo Mortandello – diverse trattative in corso e stiamo valutando quale tra le soluzioni possibili consenta di salvaguardare al meglio l’hub turistico».
Nella giornata di ieri l’amministrazione comunale ha ricevuto le scuse del vicepresidente della Provincia Daniele Canella, che non era stato adeguatamente informato dagli uffici, per la tempistica e la modalità di comunicazione della necessità di liberare i locali dell’Ufficio informazioni e accoglienza turistica.
«Ho ricevuto – prosegue Mortandello – anche tante telefonate da parte degli albergatori, scandalizzati per quanto accaduto. Gli albergatori giustamente rivendicano la paternità dell’immobile sede delle Ufficio informazioni turistiche che è stato costruito negli anni Cinquanta con i proventi dell’allora imposta di soggiorno. Nei primi anni Duemila, con il cambio di normativa di riferimento, i beni dell’Azienda di cura e soggiorno sono passati alla Regione, che in seguito li ha ceduti alle Provincia. È esattamente lo stesso percorso che ha avuto il Palazzo del Turismo. A Montegrotto sia l’amministrazione sia gli albergatori ritengono inconcepibile che uno stabile costruito con le risorse del territorio sia nel bilancio della Provincia che non ha mai speso un euro né per costruirlo né per la manutenzione. Vista la situazione imbarazzante che si è creata, non escludiamo – in accordo con gli albergatori -di chiedere la cessione a titolo gratuito sia dei locali dello Iat sia del Palazzo del Turismo».
Quando succedono queste cose io orgogliosa di essere italiana mi sento tradita. Caro Cannella non mi interessano le tue scuse ma mi serve la tua indignazione. In un centro termale come il nostro dovrebbe essere un fiore all’occhiello il palazzo del turismo e il centro informazioni tanto più che è stato pagato con i soldi di gente locale. Io non ho altre parole se non l’indignazione